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Sulle tracce del Santo Graal
Dal monastero di San Juan de la Peña sui Pirenei alla città di Valencia,
passando per Saragozza.
Con esso celebrarono Giovanni Paolo II nel 1982 e Benedetto XVI nel 2006.
La Santa Sede nomina Valencia “città del Sacro Calice”.
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In breve
La Tradizione narra che il Calice fu usato dagli Apostoli a Gerusalemme anche dopo l’Ultima Cena di Gesù. Pietro lo avrebbe portato prima ad Antiochia e poi a Roma e qui venne utilizzato da numerosi Papi per il Rito fino a Papa Sisto II (257-258). Prima di essere messo a morte durante le persecuzioni dell’Imperatore Valeriano, lo avrebbe consegnato al diacono Lorenzo (il futuro San Lorenzo). Prima di subire anch’egli il martirio, riuscì a farlo arrivare nella sua terra natale, in Spagna a Huesca (allora Osca), per mezzo di Precelio, un cristiano spagnolo che si trovava a Roma (episodio raccontato nella ‘Vita di San Lorenzo’ scritta da San Donato nel secolo VI).
Nulla si seppe più della reliquia fino al 1134, quando un canonico di Saragozza scrisse di aver visto la reliquia nel monastero benedettino di San Juan de la Peña sui Pirenei descrivendolo come ‘Il Calice dell’Ultima Cena usato da Gesù Cristo” (si può riferire ad esso un documento dell’anno 1071, conservato nel detto monastero, che menziona un prezioso calice di pietra).
Quando re Martino I d’Aragona venne a saperlo, convinse i monaci a donarglielo (e di ciò esiste documentazione nell’Archivio della Corona di Aragona a Barcellona datata 26 settembre 1399). Portato nel Palazzo Reale dell’Alajaferia in Saragozza rimase al sicuro per vent’anni circa.
Alla morte del re (secondo un documento dell’Archivio del Regno di Valencia) la sua vedova Margarida di Prades ne fece dono alla città di Valencia.
Nel 1424 re Alfonso il Magnanimo ritenne di traslare il Calice dal palazzo reale alla Cattedrale di Valencia (1437), donato a questa dal re, il Santo Graal non lasciò mai più la sua nuova ubicazione, eccetto che in alcuni casi come l’occupazione spagnola dell’esercito Napoleonico (1809 -1812) e la Guerra Civile Spagnola (1936-1939) per salvarlo da possibili ruberie.
Nel 1959 e nel 1994 è stato concesso per un breve periodo al monastero di San Juan de la Peña, luogo che per primo lo aveva storicamente accolto.
Da allora è una reliquia molto venerata dai fedeli. È stata visitata da San Giovanni XXIII, che ha concesso l’indulgenza plenaria nel giorno della sua festa, San Giovanni Paolo II, che ha celebrato la Messa con il Sacro Calice a Valencia l’8 novembre 1982 e Papa Benedetto XVI, che vi ha celebrato l’Eucaristia in occasione del V Incontro Mondiale delle famiglie, l’8 luglio 2006.
Dopo che la Santa Sede ha ufficialmente nominato Valencia “città del Sacro Calice”, in onore di questo riconoscimento, la città celebra ogni cinque anni l’anno giubilare del Santo Graal.
Riferimenti:
http://www.catedraldevalencia.es/el-santo-caliz
http://www.xacobeo.fr/ZF2.01.Grial_Uberti.htm
(di Marisa Uberti)
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Il Santo Graal, un mito senza tempo, dal Medioevo al cinema. Atti del Convengno Internazionale di Studi su
“La reliquie tra storia e mito: il Sacro Catino di Genova e il Santo Graal, Genova 2002.
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Su historia, su culto, sus destinos, 3ª Ed., Valencia 1990.
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El Santo Cáliz. Historia, leyenda y culto.
Generalitat Valenciana, Valencia 2006.
Sancho Andreu, J.,
Il Santo Calice riafferma la verità dell’Eucaristia.
L’Osservatore Romano, 5 de julio de 2006. |
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